Album di guerra

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I Partigiani del Battaglione "Prealpi" a Gemona

lunedì 1 agosto 2011

Addio a Nino Del Bianco "Celestino", esponente del CLN e del governo della Repubblica Carnica

E' scomparso Nino Del Bianco, il partigiano "Celestino". Fu uno degli esponenti principali del CLN friulano e partecipò, con incarichi di rilievo, alla costituzione del governo della libera Repubblica carnica, nel 1944. Il racconto delle sue significative esperienze umane e politiche è contenuto in una ampia intervista video realizzata da Dino Ariis e poi utilizzata nei video nn-media  "Pramosio, il giorno dell'infamia" e, soprattutto, "Carnia libera 1944".

Di "Celestino" riproponiamo il quadro biografico diffuso dall'Anpi in una nota firmata dal presidente Vincenti.


È morto Nino del Bianco, il partigiano “Celestino”.
Fu uno dei fondatori in Friuli nel 1941, accanto a Fermo Solari, Alberto Cosattini, Carlo Commessatti e altri, del Partito d'Azione.
Aveva scelto quel singolare nome di battaglia da un romanzo umoristico di Achille Campanile,  Celestino e la famiglia Gentilissimi, nel quale “ il protagonista era il tipico ritratto di un eterno rompiscatole che però riusciva, nonostante tutto, a farsi voler bene. Era il mio uomo, scelsi quel nome”, come scrisse lui stesso in una breve autobiografia.
Richiamato alle armi, fu inviato nella Francia del sud, da cui rientrò clandestinamente dopo l'8 settembre 1943. Partecipò a Udine nell'ottobre del '43 alla prima seduta del CLN Provinciale in rappresentanza del Partito d'Azione, in casa dell'avvocato Giovanni Cosattini il futuro primo sindaco di Udine liberata. Fu firmatario, agli inizi del '44, insieme a Commessatti per il Partito d'Azione e a don Moretti e Guglielmo Schiratti per la DC, del patto che diede origine alla  formazione della Osoppo “Friuli”, al cui interno però visse forti tensioni che sarebbero culminate nella “crisi di Pielungo” degli inizi dell'estate.
Ricercato dalla SD tedesca che aveva minacciato rappresaglie alla famiglia se non si fosse presentato, andò l'1 agosto '44 al loro comando nella sede del Liceo Stellini e fu incarcerato in via Spalato, dove rimase 56 giorni. Fu liberato per assenza di prove, dato che la spia che l'aveva denunciato era nel frattempo deceduta in un bombardamento aereo.
Liberato il 26 settembre, sale in montagna e si ritrova a vivere l'esperienza della Repubblica partigiana della Carnia e dell'Alto Friuli: nella Giunta di Governo, insediata nel Municipio di Ampezzo, rappresenta il Partito d'Azione ed è nominato responsabile della pubblica istruzione e riorganizza, insieme al Fronte della Gioventù, la riapertura delle scuole. Collabora alla organizzazione delle elezioni delle Giunte comunali in vari paesi della Carnia; quindi vive la tragedia del grande rastrellamento che porta alla fine di quell'esaltante esperienza.
Ai primi di dicembre '44 scende in pianura e decide di andare a Milano, da Alberto Cosattini che allora era segretario di Ferruccio Parri, vice comandante del CVL, e continua l'attività clandestina di propaganda e raccolta di informazioni.
In gennaio '45, gli vengono presentati da compagni due brigatisti neri che si fingono patrioti. Finisce incarcerato a San Vittore, dove, finanziato dal CLN Lombardo, riceve aiuti da distribuire ai compagni più bisognosi.
La liberazione è vicina: il 24 aprile già circolano a San Vittore permessi fasulli che lui stesso distribuisce ai prigionieri. Quindi il 25 aprile, che lui stesso ricorda così:
“ La gente impazziva per le strade, si rideva, ci si abbracciava tra sconosciuti, sventolavano bandiere dappertutto, giravano i partigiani con i fazzoletti colorati al collo, e così tanti io non ne avevo mai visti”.




Il funerale di Nino Del Bianco si terrà questo pomeriggio, 2 agosto,  alle ore 17.00 nella camera mortuaria del cimitero di San Vito a Udine




Ecco il profilo di Nino Del Bianco apparso oggi sul Messaggero Veneto:



E’ morto a 93 anni
Nino Del Bianco
l’editore partigiano

Fu uno dei fondatori nel 1941 del Partito d’Azione in Friuli. Appassionato di storia, aveva scritto saggi sul Risorgimento.



UDINE. Figura di spicco del movimento partigiano, editore notissimo, scrittore, personaggio cosmopolita sempre in viaggio tra il Friuli e Milano, appassionato di storia del Risorgimento e dell’età Napoleonica. Era tutto questo Nino Del Bianco, spentosi nella sua casa di via Colussi domenica sera all’età di 93 anni. Era da tempo ammalato, ma non aveva rinunciato alla sua passione forse più grande, quella delle ricerche storiografiche, tanto che aveva appena pubblicato un libro sulla regina Margherita, che avrebbe dovuto presentare in giro per l’Italia da settembre. Un altro grave lutto dunque per l’Anpi di Udine, della quale il partigiano “Celestino”, questo il nome di battaglia di Del Bianco, faceva parte a tutti gli effetti.
Significativa e ricchissima fu l’avventura del partigiano-editore durante gli anni terribili della Seconda guerra mondiale. Udinese doc, classe 1918, Del Bianco fu uno dei fondatori in Friuli, nel 1941, accanto a Fermo Solari, Alberto Cosattini, Carlo Commessatti, del Partito d’Azione. Aveva scelto quel singolare nome di battaglia da un romanzo umoristico di Achille Campanile, “Celestino e la famiglia Gentilissimi”, nel quale «Il protagonista era il tipico ritratto di un eterno rompiscatole che però riusciva, nonostante tutto, a farsi voler bene. Era il mio uomo, scelsi quel nome», come scrisse lui stesso in una breve autobiografia. Richiamato alle armi come tenente degli alpini, fu inviato nella Francia del sud e in Albania dove fu decorato con due medaglie di bronzo al valor militare e una croce per meriti di guerra. Dopo l’8 settembre ’43 rientrò clandestinamente in Friuli. Partecipò a Udine, nell’ottobre dello stesso anno, alla prima seduta del Cln provinciale in rappresentanza del partito d’Azione, in casa dell’avvocato Giovanni Cosattini, il futuro primo sindaco di Udine liberata. Fu firmatario, agli inizi del ’44, insieme a Commessatti per il partito d’Azione e a don Moretti e Guglielmo Schiratti per la Dc, del patto che diede origine alla formazione della Osoppo “Friuli”.
Ricercato dalla “Sd” tedesca che aveva minacciato rappresaglie alla famiglia se non si fosse presentato, andò l’1 agosto ’44 al comando dei servizi di sicurezza nazisti nella sede del liceo Stellini e fu incarcerato in via Spalato, dove rimase 56 giorni. Liberato per mancanza di prove, salì in montagna e si ritrovò a vivere l’esperienza della Repubblica libera della Carnia con capitale Ampezzo, in seno alla quale fu ministro della Giustizia e responsabile dell’Istruzione. Ai primi di dicembre ’44 scese in pianura e decise di andare a Milano, da Alberto Cosattini che allora era segretario di Ferruccio Parri, vice comandante del Cln, e continuò l’attività clandestina di propaganda e raccolta di informazioni. Nel gennaio ’45, gli vennero presentati come compagni due brigatisti neri che si finsero patrioti. Finì di nuovo in carcere, a San Vittore, dove, finanziato dal Cln lombardo, ricevette aiuti da distribuire ai compagni più bisognosi. Poi il 25 aprile, che visse a Milano, tra lo sventolio di migliaia di fazzoletti e bandiere.
Nel dopoguerra Nino Del Bianco intraprese l’attività di editore, e guidò l’omonima casa editrice, ereditata dal padre, fino al 1973. Negli ultimi 15 anni si dedicò più assiduamente a scrivere libri storici e biografie del periodo Napoleonico e del Risorgimento. Viveva tra Udine e Milano e viaggiava molto, in tutta Europa. Lascia nel dolore le figlie Francesca e Luisa, il fratello Umberto, i nipoti e i generi. I funerali del partigiano “Celestino” saranno celebrati oggi alle 17 nella camera mortuaria del cimitero di San Vito.
http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2011/08/02/news/e-morto-a-93-anni-nino-del-bianco-l-editore-partigiano-1.756057

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